Quando il gioco d’azzardo, dal superenalotto al videopoker, da semplice divertimento occasionale diventa un’abitudine e poi una dipendenza, con conseguenze negative sulla salute e sull’economia personale e familiare si entra in un ambito patologico di pertinenza della medicina psichiatrica.
Il gioco d’azzardo patologico o gambling, è un disturbo mentale incluso nel manuale diagnostico e statistico di disturbi mentali, il Dsm-IV, nell’ambito del capitolo dei Disturbi del controllo degli impulsi in cui sono inseriti i quadri clinici caratterizzati dalla incapacità a resistere a un impulso, a un desiderio impellente o alla tentazione di compiere un’azione pericolosa per sé e per gli altri. Il quadro clinico tipico è caratterizzato dall’irresistibile impulso a giocare, senza alcun controllo. Spesso coesistono altri sintomi come iperalimentazione, depressione, abuso di alcolici, irritabilità, difficoltà alla concentrazione. Il comportamento del gioco per essere patologico deve essere persistente, ricorrente e maladattivo, nel senso che arriva a compromettere le attività personali, familiari e lavorative. Tuttavia il soggetto tende a nascondere tali sintomi, sperando di essere in grado di poter risolvere tutto da solo.
Dal punto di vista psicologico il soggetto prova una sensazione crescente di tensione, di eccitazione prima di compiere l’azione del giocare e dopo aver compiuto l’azione prova piacere, gratificazione. E nonostante in molti soggetti subentri il rimorso o il senso di colpa, ciò non appare sufficiente a far cambiare comportamento. In altri termini sembrerebbe che il soggetto sia incapace di avere il controllo della situazione, può arrivare a chiedere prestiti, a rubare, a commettere frodi pur di arrivare al livello di eccitazione desiderato. Sul piano personale le conseguenze possono essere fisiche legate allo stress, come ipertensione e ulcera, o psichiche, con irritabilità in famiglia e bassa performance lavorativa, fino ad arrivare al tentato suicidio. In molti casi vi sono associate altre patologie, per esempio, depressione, attacchi di panico, e in ogni caso i soggetti possono avere la tendenza a sviluppare altre dipendenze da alcol, da droghe o da farmaci.
Naturalmente la storia del soggetto è importante; alcuni parametri (pregresso abuso di alcol, uso di droghe), fanno sì che il soggetto sia a rischio. Ma anche una depressione non trattata, una difficoltà non superata, un’ansia non ben gestita, possono indurre il soggetto ad avere uno stile di vita disfunzionale e quindi un comportamento a rischio.I minori sono più a rischio perché più predisposti ad assumere comportamenti disfunzionali. Naturalmente non è una predisposizione specifica per il gioco d’azzardo, ma una predisposizione generica ad assumere stili di vita-comportamenti non funzionali, come l’uso di droghe, per esempio. Essendo un disturbo multifattoriale il trattamento può e deve essere operato su più fronti, dalla terapia psicologica individuale, a quella di coppia, a gruppi di mutuo auto-aiuto. Se necessario si interviene anche farmacologicamente. Dal punto di vista clinico occorre, innanzitutto formulare una diagnosi corretta, valutare la presenza di altre patologie, come la depressione, che vanno trattate, studiare la personalità del soggetto e mirare a sviluppare un programma individuale di intervento, centrato sul soggetto. Ciò può essere fatto solo in ambito specialistico.
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